CENNI RELIGIOSI
numerosi terremoti hanno purtroppo danneg-giato in maniera irreversibile il patrimonio artistico della città angioina. Tuttavia, possiamo ancora ammirare la Chiesa di Santa Maria, i pochi resti del castello, alcune bifore e qualche portale. Nella facciata della Chiesa di Santa Maria si trova un portale a pieno centro negli archi interni e nell’ultimo leggermente ogivale, ornato da otto rilievi a semicerchio, con la concavità verso l’ester-no, ed in alto, sopra ai due lati di una finestra rotonda, un crocifisso e due statuette di santi in pietra, il campanile basso e quadrato. Gravemente danneggiata dal terremoto del 1694, la Chiesa è stata completamente ristrutturata nel 1700. Con-serva al suo interno un Crocifisso ligneo del 1400, una tavola con l’imma-gine di Maria, il coro del 1600-1700, l’organo, una interessante lapide tombale appartenente alla famiglia Amoruso e, un’altra, del 1635 a ricordo della costruzione del presbiterio, dell’altare mag-giore e il restauro della Chiesa. Troviamo ancora dipinti e statue di varie epoche, argenti e parati di notevole valore artistico. Il 27 agosto 1623, con solenne processione venne porta-to in Chiesa il Crocifisso col quale aveva spesso colloqui frate Antonio da Bitonto, importante teolo-go e famoso predicatore del Quattrocento. Altro bellissimo portale del 1200 dell’antica chiesa di Santa Maria degli Angeli fuori le mura, barbaramen-
ILa Chiesa di Santa Lucia era annessa al convento dell’ordine degli Agostinia-ni. Il Bertaux, uno dei più insigni studiosi dell’arte della zona, così la descri-ve: “Il ricordo più interessante del Medioevo in Atella è una pittura a fresco nella chiesetta di Santa Lucia presso il Campo Santo”. Essa occupava l’abside della chiesa antica che fu rovina-to dal terremoto del 1694. Per fortuna ne l’abside, ne la pittura subirono danni, ma, i frati Agosti-niani, che erano possessori della Chiesa, nel fabbricare un edificio nuovo sui ruderi dell’antico, chiu-sero l’abside con un muricciuolo leggero. La pittura fu così nasco-sta ai fedeli ed era ormai dimenti-cata quando per effetto del nuovo e più terribile terremoto del 1851, il muro cadde e molti gridarono al miracolo vedendo “riapparire” l’affresco. Il dipinto piacque tanto anche al re Ferdinando II, in viaggio nelle zone terremotate, che volle farne fare una copia dal regio disegnatore di Pompei.
te divelto nel 1860 dalla facciata originaria è stato murato all’ingresso dell’o-monimo monastero, ed altro ancora nel 1500, rimosso dalla facciata dell’anti-ca chiesa di San Francesco, meglio conosciuta come chiesa del Crocifisso, è murato, attualmente, nella sede del comune in Piazza Matteotti. Nel monaste-ro dello Spirito Santo, di origine benedettina, sopra il portale d’ingresso, è una bifora con tre giri di decorazioni anteriore al 1342; un’altra è situata sulla facciata sud della Chiesa di Santa Maria. Nella Chiesa dedicata ai Santi Vito e Lucia si trova il bellissimo e delicato affresco quattrocentesco della “Madonna Riparatrice”, che ha attirato l’attenzione degli storici dell’arte, e statue lignee policrome del XV sec.
MONTICCHIO
Monticchio laghi è situato nel territorio del Comune di Atella.
Alle pendici del Monte Vulture, uno dei più antichi vulcani dell’appenni-no meridionale, con- serva un vario-pinto patrimonio ambientale, che rende Monticchio una meta di visitatori soprattutto nel periodo estivo. l laghi sono situati sulla falda sud occidentale del Monte Vulture e occupano le bocche crate-riche dell’antico vulcano. Pur comu-nicando tra loro, i laghi presentano un diverso colore: il Lago Piccolo ha un colore verdastro il Lago Grande verde oliva. l laghi, entrambi di forma ellittica, sono separati da un istmo largo 215 m. Il Lago Piccolo ha una superficie di 16 ettari e peri-metro di 1800 m, presenta sponde ripide che scendono fino ad una profondità di 38m. Il Lago Grande con una superficie di 38 ettari e perimetro di 2700 m, occupa una cavità imbutiforme, con bassifondi estesi per gran parte del bacino, che solo a nord si inabissano fino a 36 m. Entrambi i laghi hanno la temperatura più elevata dei laghi d’Italia. Tra le specie vegetali lungo le rive sono presenti roveri e faggi, nelle acque le ninfee.
BORGO SANT’ILARIO – FRAZIONE DI ATELLA
Borgo Antico Sant’Ilario – dista 10 Km da Atella
Museo Arte Arundiana del maestro Franco Zaccagnino
SITI ARCHEOLOGICI
a presenza umana ad Atella risale a 600.000/650.000 anni fa, quando già da 50.000 anni vi era un lago preistorico che si estendeva nel luogo oggi conosciuto come Valle di Vitalba. Le ricerche condotte dal pale-ontologo Eduardo Borzatti von Lowestern hanno individuato una parte della sponda dell’antico lago nei pressi del cimitero, dove sono stati rinvenuti resti di Elefante antico e di Uro-zanne, molari e impronte di Elefante che hanno permesso di ipotizzare la strategia venatoria dell’homo erectus per la cattura dei pachidermi. Numerosi sono stati i rinvenimenti in località del territo-rio, tra cui “Cappelluccia”, “Forleto” e zona “Sant’Eligio”, nella primavera del 1970, è tornata alla luce una necropoli della seconda metà del IV sec. a.C., costituita da cinquanta tombe a camera e a cappuccina. Nelle sepolture maschili sono state ritrovate armi, lame, cinturoni e vasi di vernice nera o decorati secondo lo stile di Gnathia. Le tombe femminili conservavano fibule e anelli in bronzo e argento e vasi di forma aperta e chiusa (lekithoi). In località “Magnone” sono stati rinvenuti resti di una villa romana del II-IV sec. d.C. Nel Museo Nazionale di Napoli, infine, si trova il “Sarcofago di Atella” ritrovato nel 1740 in località “Serra”. Il sarcofago è dedicato a Metilia Torquata e risale all’epoca degli Antonini e forse anche al primo quarto del III sec. e, mostra, nella sua concezione, chiara l’origine greca.